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E basta con le pagliacciate!

16-07-2022 15:35

Edoardo Barra

Politica e Sindacato, Attualità, Draghi, Elezioni, Parlamento, Mattarella, Crisi di Governo,

La stabilità si ha con un Parlamento rappresentativo e un esecutivo forte, il resto con solo chiacchiere...

 

Che all’inizio dell’anno scorso, Draghi fosse un nome da utilizzare come ultima spiaggia per evitare le elezioni fu subito chiaro. Mattarella, preso atto della difficoltà del momento e, soprattutto del rischio che ci si avviasse verso elezioni da cui poteva scaturire una nuova paralisi politica, giocò la carta Mario Draghi; una sorta di scommessa sicura considerati i governi precedenti, apoteosi dell’incoerenza politica.

 

Dopo varie traversie il cui collante di maggioranza è stato determinato più dall’insipienza politica dei soggetti e dal terrore di perdere seggio e status quo che da ragioni di interesse nazionale, si è arrivati alla  più che prevedibile implosione di una formazione politica (diciamo…) nata, cresciuta e finita in una sorta di autolesionismo da impreparazione ed esaltazione dell’ego inebriato dal piacere provato saggiando il potere. E questo vale per chi è rimasto nel Movimento e per chi, nel proprio patetico tentativo di darne ragione (pur di non ammettere che la vera motivazione è rimanere sotto i riflettori), ha rinnegato tutto ciò che è stato non fino a ieri ma sino al giorno stesso!

 

Eppure non è solo questo ad aver determinato l’attuale crisi. Le motivazioni sono più profonde e il M5S è solo stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. Diciamo la verità, fin quando Draghi ha completamente ignorato le prese di posizione dei partiti che componevano la propria maggioranza, tutto è filato liscio. Nel momento in cui ha creduto di poter “concedere” qualcosa, lo scenario si è complicato al punto tale che l'esecutivo è apparso come un coro dove ogni componente canta una canzone diversa. Peccato che a pagare le spese di tutto ciò sia il Paese a cui da troppo tempo, vengono illustrate prospettive di ripresa mentre invece il cappio si stringe sempre più forte intorno al collo.

 

Sarà, ma torna alla memoria – sebbene in condizioni e circostanze profondamente diverse – ciò che è accaduto alla Grecia qualche anno fa. Uno scenario terribile che lacererebbe il tessuto della Nazione con ferite durissime e talvolta impossibili da rimarginare. E se anche non fosse questo spettro a materializzarsi, ci rendiamo conto cosa significa continuare ad essere guidati da un Parlamento che non rappresenta il Paese e da personaggi i cui interessi hanno prospettive completamente diverse da quelle di cui abbiamo bisogno noi, gente comune?

 

Desideriamo, dunque, continuare nella farsa? Nel far finta che tanto l’Italia si rialza e, in fondo, va tutto bene signora marchesa? Sentiamo la necessità di illuderci che un Draghi bis (o qualche altra soluzione impasticciata pur di non portarci al voto) sia la soluzione migliore per il Paese?

 

Credo, invece, che proprio in questo caso il Capo dello Stato dovrebbe avere il coraggio di mettere le forze politiche di fronte alle proprie responsabilità. Che propongano soluzioni, progettualità, piani di sviluppo e poi si vada al voto. La stabilità si ha con un Parlamento rappresentativo e un esecutivo forte, il resto son chiacchiere… ed è il Paese che deve decidere a chi affidare il proprio destino.